Chi pensa che dietro alla Cortina di ferro ci fossero soltanto grigiore e austerità non ha ancora visto le gonne colorate e le scarpe charleston di Maria Drazdechova: siamo a Bratislava, nella Cecoslovacchia del 1983 che inizia a sbirciare verso ovest, e quando questa maestra fa il suo ingresso in classe, non può che conquistare, col suo aspetto solare ed eccentrico, la fiducia della sua classe. Ma perché, al momento di fare l’appello, chiede a tutti gli alunni che lavoro fanno i loro genitori?
Ispirato a una storia vera, e in uscita nelle sale italiane nel 2017 distribuito da Satine Film, THE TEACHER è l’evento speciale di apertura del 28. TRIESTE FILM FESTIVAL, in programma dal 20 al 29 gennaio. Già applaudito a Karlovy Vary (dove la protagonista Zuzana Mauréry ha conquistato il premio come migliore attrice), il nuovo film del pluripremiato Jan Hrebejk – candidato all’Oscar per il miglior film straniero nel 2000 con Divided We Fall – è un apologo venato di umorismo grottesco che, a partire dal contesto storico del Socialismo reale, trascende ogni coordinata di regime politico e racconta quella sottile linea che – a qualsiasi latitudine e in qualunque tempo – separa il compromesso dalla corruzione, l’egoismo dalla solidarietà. Il risultato è una storia universale che arriva a tutti – genitori e figli – e che tocca temi morali ancora profondamente attuali, come il valore dell’insegnamento e il coraggio di opporsi alle ingiustizie.
“Siamo davvero orgogliosi – spiegano i direttori del Trieste Film Festival, Fabrizio Grosoli e Nicoletta Romeo – di inaugurare la 28. edizione con un film che rappresenta al meglio tutte le qualità che continuano a far grande il cinema dell’Europa centro-orientale, a cominciare dall’originalità di scrittura, dagli splendidi interpreti, dallo humour mai banale”.
Nato alla vigilia della caduta del Muro di Berlino (l’edizione “zero” è datata 1987), il Trieste Film Festival – diretto da Fabrizio Grosoli e Nicoletta Romeo – è il primo e più importante appuntamento italiano dedicato al cinema dell’Europa centro-orientale, che continua a essere da quasi trent’anni un osservatorio privilegiato su cinematografie e autori spesso poco noti – se non addirittura sconosciuti – al pubblico italiano, e più in generale a quello “occidentale”. Più che un festival, un ponte che mette in contatto le diverse latitudini dell’Europa del cinema, scoprendo in anticipo nomi e tendenze destinate ad imporsi nel panorama internazionale.