Mine è stata la sorpresa del box office di questo weekend. I giovani registi Fabio Guaglione e Fabio Resinaro hanno, infatti, ragione a festeggiare i risultati della loro opera prima, che ha totalizzato quasi 600.000 euro di incasso con una media copia seconda solo al colossal di animazione “Pets – vita da animali”. Un successo scritto e girato da due autori milanesi che, come Sollima con “Suburra” e Mainetti con il suo “Lo chiamavano Jeeg Robot”, testimonia una rinascita del cinema di genere made in Italy, un cinema ancora inusuale per le produzioni italiane che il pubblico sembra molto apprezzare. Mine è sì un film di genere ma che, scena dopo scena, rivela una struttura a più livelli, profonda ed emozionante.
Protagonista assoluto l’affascinante Armie Hammer (The Social Network, Operazione U.N.C.L.E), un soldato che, costretto a rimanere immobile per non saltare letteralmente in aria, si abbandonerà a visioni, paure e rimpianti, anche per l’amore lasciato a casa, che ha il bellissimo volto di Annabelle Wallis (I Tudor, Annabelle).
SINOSSI – Un soldato (Armie Hammer) sta tornando al campo base dopo una missione, ma inavvertitamente poggia il piede su una mina antiuomo. Non può più muoversi, altrimenti salterà in aria. In attesa di soccorsi per due giorni e due notti, dovrà sopravvivere non solo ai pericoli del deserto ma anche alla terribile pressione psicologica della tutt’altro che semplice situazione.