fonte immagine: Grant Brummett, CC BY-SA 3.0 <https://creativecommons.org/licenses/by-sa/3.0>, da Wikimedia Commons
La polvere si solleva, il vento caldo del deserto accarezza le pagine ingiallite di un diario. Edgar Rice Burroughs, giovane scrittore in erba, stringe tra le mani l’eredità di suo zio, il leggendario John Carter. Non solo oro e proprietà, ma un segreto sepolto tra le righe di quel diario: un piano audace, una fuga verso un altro mondo.
John Carter, ex capitano dell’esercito confederato, non era morto. Aveva inscenato la sua scomparsa per intraprendere un viaggio verso Marte, un pianeta che lui chiamava Barsoom. Lì, grazie a un misterioso medaglione, aveva trovato una nuova vita, un nuovo amore, un nuovo scopo.
Edgar, affascinato dal racconto dello zio, decide di portare alla luce la sua storia, di condividerla con il mondo. Ma il mondo non è pronto per John Carter. Il film, uscito nel 2012, viene accolto con freddezza dalla critica, accusato di essere derivativo, confuso, troppo ambizioso. Un flop al botteghino, un sogno infranto.
Eppure, qualcosa di magico si nasconde in quelle immagini. La storia di John Carter, trasportato su Marte dalla forza di un antico artefatto, è un’epopea epica e romantica. Un uomo fuori dal suo tempo, catapultato in un mondo di principesse guerriere, mostri giganteschi e battaglie all’ultimo sangue.
John Carter, con la sua forza e il suo coraggio, diventa un eroe per i Tharks, una tribù di marziani verdi. Si innamora della principessa Dejah Thoris, combatte per la sua libertà e per il destino di Barsoom.
Il film, diretto da Andrew Stanton, è visivamente spettacolare. I paesaggi marziani sono mozzafiato, le creature aliene sono incredibilmente realistiche, le scene d’azione sono adrenaliniche. Ma ciò che rende “John Carter” un film speciale è la sua capacità di farci sognare.
Forse, se fosse uscito negli anni ’90, l’epoca d’oro della fantascienza cinematografica, sarebbe stato accolto diversamente. In un’epoca in cui eravamo ancora disposti a lasciarci trasportare dalla magia del grande schermo, senza cercare il pelo nell’uovo o paragonare ogni film a un capolavoro del passato.
Oggi, a distanza di anni, “John Carter” viene rivalutato. Molti lo considerano un film incompreso, un gioiello nascosto che merita di essere riscoperto. Un’avventura fantastica che ci ricorda il potere dell’immaginazione, la forza dell’amore e il coraggio di lottare per ciò in cui crediamo.
La storia di John Carter, come quella del Fu Mattia Pascal, inizia dalla fine per poi tornare all’inizio. Un viaggio nel tempo e nello spazio, un’odissea tra due mondi, un inno alla vita e all’amore. Un film che, nonostante le critiche iniziali, ha saputo conquistare il cuore di molti, diventando un cult per gli appassionati di fantascienza e avventura.
15/11/2023
Gianfranco Di Marco