‘Can’t Touch Us Now’ è solo l’ultimo tassello di anni entusiasmanti per i Madness che, reduci dal successo dell’album del 2012 ‘Oui Oui Si Si Ja Ja Da Da’, disco d’oro in Gran Bretagna, hanno trascorso quest’estate on the road presentando le canzoni del nuovo disco in alcuni dei più iconici festival del Regno Unito, compreso il Glastonbury.
‘Can’t Touch Us Now’ è stato registrato in tre settimane nei Toe Rag Studios, ed è prodotto da Clive Langer – al fianco della band da molto tempo e artefice dei picchi più alti della carriera dei Madness – e da Liam Watson, proprietario dei Toe Rag e già vincitore di un Grammy per il suo lavoro su Elephant dei White Stripes. Tracce come ‘Mr Apples’, ‘Mumbo Jumbo’, ‘Blackbird’ (ispirata ad Amy Winehouse) e la title track ‘Can’t Touch Us Now’ riescono a cogliere appieno la combinazione di pop, reggae e soul che ha reso inimitabile la band. Come spesso accade negli album più riusciti dei Madness, i testi sono uno spaccato della realtà londinese in chiave umoristica.
Con il consueto irriverente senso dell’umorismo, la band ha presentato il nuovo disco rispondendo alle domande di alcuni dei loro fan più accaniti: gli ospiti del Royal Hospital di Chelsea. Più di una trentina di veterani di guerra hanno subissato di domande la band sullo stato della musica e della nazione, su Amy Winehouse, su come sopravvivere al mercato discografico e su come intrufolarsi gratis ad un concerto dei Madness…