Bono, reduce da un viaggio in Medio Oriente e Africa orientale, dove ha visitato numerosi campi di rifugiati torna a parlare della crisi dei migranti: “è il momento di pensare in grande”.
Il cantante, fondatore delle campagne One e Red, invoca un Piano Marshall per fronteggiare l’emergenza di chi è costretto a fuggire dai conflitti. Gli Stati Uniti e le altre nazioni sviluppate, scrive, “hanno la possibilità di agire in modo più intelligente, di pensare in grande e muoversi più velocemente per affrontare questa crisi e prevenire la prossima”.
Il leader degli U2 individua tre aree di intervento che, come per l’intervento Usa in Europa dopo la Seconda Guerra Mondiale, favorisca “commercio e sviluppo a beneficio della sicurezza”.
Prima di tutto, “i rifugiati e i Paesi nei quali vivono hanno bisogno di maggiore sostegno umanitario”. Secondo punto: “possiamo aiutare i Paesi ospitanti a considerare i rifugiati come un beneficio e non come un peso”. A questo riguardo, la comunità internazionale “potrebbe fare molto di più” per favorire l’occupazione e l’integrazione dei migranti. Infine, invece di ridurre i finanziamenti, “il mondo deve consolidare l’assistenza allo sviluppo di quei Paesi che non sono ancora collassati ma che sono scossi dai conflitti, dalla corruzione e da governi inefficienti”.